PROGETTO “ANCORE NELLO STRETTO DI MESSINA”

“Ehi, avete visto quell’ancora, non l’avevo mai vista!”

E’ una frase che ripetiamo spesso uscendo emozionati dall’acqua dopo un tuffo allo “Scalone”. E proprio da questa frase è nata la voglia di conoscere un po’ di più questo tratto di mare

E così, nel corso della stagione estiva 2021, nell’ambito di un tirocinio formativo, coordinato dal Prof. Salvatore Giacobbe, per il CdS Scienze e tecnologie della Navigazione dell’Università degli Studi di Messina, Ecosfera ha condotto un progetto di geo-localizzazione e caratterizzazione di ancore di interesse archeologico giacenti nei fondali antistanti Capo Peloro (Messina).

Che Capo Peloro sia ricco di reperti di interesse storico-archeologico è ben noto, tanto che l’areale è sottoposto, da diversi anni, a vincolo di tutela da parte della Soprintendenza del Mare di Palermo e della Capitaneria di Porto di Messina. Una porzione di mare importante, da tutelare e rispettare, ma di cui molto è ancora da scoprire.

Proprio per questo da anni segnaliamo agli Enti di competenza, attraverso localizzazione e documentazione fotografica, tutti i reperti in cui ci imbattiamo durante le nostre immersioni: ceppi di ancore, scandagli, ancore e anfore di varie epoche.

Questo progetto “ancore nello Stretto di Messina” è stato sostenuto dalla “sola” passione e curiosità dei nostri amici subacquei, con lo scopo di creare una mappa interattiva con le tante ancore segnalate negli anni, di facile accesso per tutti.

Sono state effettuate diverse immersioni durante le quali sono state geo-localizzate 18 ancore, per lo più di tipo ammiragliato, che sono state caratterizzate per forma, dimensione e orientamento, nell’assoluto rispetto dell’ambiente e delle direttive di tutela. I dati sono stati integrati in una mappa interattiva sulla piattaforma Google Earth e resi disponibili al seguente link

https://earth.google.com/earth/d/1Qg9YGj9488T8g90sSopNRER-0fB4lMMS?usp=sharing

Il 26 Novembre 2021 i risultati sono stati ufficialmente condivisi con la Soprintendenza del Mare di Palermo e con la Capitaneria di Porto di Messina, con l’auspicio di poter continuare a studiare, magari con mezzi più idonei, quanto questo mare continua a rivelarci. Restiamo fiduciosi in attesa di riscontro.

Hanno contribuito alla realizzazione del progetto: Roberta Bruno, Alberto Costa, Sergio De Cola, Domenico Majolino, Giulio Marangolo, Martina Meola, Jay-ar Ortega, Simona Ratti, JennivieDelos Reyes, Andrea Tortora, Salvatore Valletti, Francesca Maria Veneziano, Paolo Vita.

Stage di apnea con il campione Gianluca Genoni

ECCO IL PROGRAMMA

Venerdì 24 luglio
ore 9:00 - registrazione dei partecipanti
ore 9:30 - inizio dello stage con introduzione teorica al corso; nozioni di fisica, fisiologia, tecniche di compensazione
ore 14:30 - attività in piscina sullo sviluppo delle tecniche base di allenamento all’apnea
 
Sabato 25 luglio
ore 9:00 - nozioni di soccorso; preparazione fisica e attrezzatura dedicata
ore 14:00 - esercitazioni in acque libere
ore 18:00 - proiezione video e immagini dei record
 
Domenica 26 luglio
ore 9:00 - attività pratica in acque libere con discese lungo il cavo
ore 13:00 - chiusura dello stage e consegna degli attestati di partecipazione

MESSINA RISK SIS.MA. 2019


In occasione della X Edizione della Settimana della Sicurezza, il Comune di Messina, in collaborazione con il Dipartimento Protezione Civile, Dipartimento Regionale, Protezione Civile, Prefettura di Messina con il coinvolgimento di Istituzioni Enti e Associazioni di Volontariato, ha organizzato una serie di Esercitazioni di Protezione Civile: “MESSINA RISK SIS.MA. 2019”


ECOSFERA RISPONDE PRESENTE!
ED E’ LIETA DI POTER DARE UN PICCOLO CONTRIBUTO A QUESTA IMPORTANTE INIZIATIVA!

Giovedì 16 maggio 2019, alle ore 18:00, grazie alla ormai consolidata e sempre proficua collaborazione con il Parco Horcynus Orca, si terrà presso la Sala Conferenze del Parco H.O. a Capo Peloro – Torre Faro – un momento formativo e informativo sul rischio sismico e tsunami dal titolo: “Dalla conoscenza dei rischi alla prevenzione – Modello Gemellaggio tra famiglie”.

 

L’invito è esteso a tutta la cittadinanza!

Di seguito la locandina con il programma

Per informazioni chiamaci al 3288417884

Rinvenuto relitto di probabile interesse storico nel Canale di…

COMUNICATO STAMPA DEL 28 NOVEMBRE 2018

 

Nel corso di una campagna di immersioni tecniche nel Canale di Sicilia svolta nel corso dello scorso mese di ottobre 2018, Domenico Majolino, che ha organizzato e guidato un team formato da personale del suo centro subacqueo Ecosfera Diving di Messina e del centro subacqueo Blue Dolphins, con base a Lampedusa, di Alessandro Turri, si è imbattuto nel fortuito rinvenimento di un relitto navale subacqueo che, da prime indagini effettuate, non sembra sia mai stato descritto e individuato in precedenza. A causa delle avverse condizioni meteo marine non si sono potute effettuare molte immersioni, ma Majolino e Turri hanno potuto comunque realizzare una caratterizzante documentazione fotografica e video.

La preliminare evidenza strumentale sul punto è stata seguita e confermata da un’immersione nel corso della quale è stata verificata, a una profondità di circa 50 metri, la presenza dei resti di un piroscafo ascrivibili a una struttura di tipo misto legno/metallo sulla quale si è cominciato ad abbozzare ipotesi identificative in ordine alla tipologia costruttiva e al periodo storico:

– la presenza di una testa di moro e di un verricello metallici suggeriscono di essere in presenza di un veliero di epoca moderna;

– il ferro di cui sono costituite la chiglia e le ordinate, il legno di ciò che rimane del fasciame rivestito con placche di rame identificano uno scafo di tipo misto. Tale tipo di soluzione costruttiva vede l’inizio del suo impiego nella seconda metà del XIX secolo che perdura sino ai primi del XX secolo;

– la presenza di tubi e di un mattone inciso con le iniziali B B (quest’ultimo verosimilmente refrattario della sala caldaia, prodotto dalla Bartlett Bros. di Hudson, New York, che operò nel 1800) farebbero supporre la presenza di una propulsione a vapore;

– le dimensioni dei due occhi di cubia metallici ricondurrebbero a un vascello di non grosso tonnellaggio.

Come di consueto, nell’ambito della continua e proficua collaborazione ormai più che decennale con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, Domenico Majolino e Alessandro Turri hanno consegnato le coordinate del relitto e il materiale videofotografico realizzato alla Soprintendenza stessa nonchè all’Istituto Idrografico della Marina Militare e alla Guardia Costiera – Ufficio Circondariale Marittimo di Lampedusa.

 

 

Majolino e Turri hanno inoltre manifestato la propria disponibilità a condurre sul sito gli Enti preposti, così da procedere con sopralluoghi congiunti che possano aiutare all’identificazione del relitto. Domenico Majolino e il suo team di Ecosfera diving condividono la passione per la storia dei relitti, con particolare riguardo a quelli dello Stretto e del Canale di Sicilia e per tutto ciò che rappresenta memoria storica della città di Messina. Da anni svolge la propria attività di ricerca sotto l’attenta supervisione della Soprintendenza del Mare con lo scopo comune di conoscere e tutelare i beni culturali subacquei d’interesse storico di età moderna e contemporanea. L’attività di identificazione dei relit ti si fonda sulla stretta sinergia tra lo scrupoloso studio di testimonianze storiche (giornali dell’epoca, registri navali, altre fonti) e lo studio in situ per l’acquisizione di rilevamenti che possano confermare o confutare l’ipotesi identificativa.

 

Alla spedizione e/o ricerca storica hanno partecipato: Domenico Majolino, Alessandro Turri, Daniele Cotogno, Vincenzo Striano, Simona Ratti, Monica Tentori, Stefano Saleri, Giorgia Pelagalli.

 

Relitti nel Canale di Sicilia 3. LST 429

RELITTI NEL CANALE DI SICILIA- PARTE 3 -NAVE DA SBARCO HMS LST-429 


Eccoci di nuovo nel Canale di Sicilia, dove la nostra attività di ricerca è continuata senza sosta. Siamo felici di condividere con voi i risultati dell’ultima spedizione che ha portato alla realizzazione di materiale video-fotografico utile per la concreta identificazione e per la valutazione delle condizioni della nave da sbarco HMS LST-429.

La nave da sbarco HMS LST-429, classe LST-1 MK2, nasce sotto la bandiera americana presso i Cantieri Bethlehem-Fairfield Shipyard Inc. di Baltimora nel 1942. Fu varata l’11 gennaio 1943 e non entrò mai in servizio per gli Stati Uniti in quanto subito trasferita alla Royal Navy Britannica.

Nel Luglio del 1943 affondò nel Canale di Sicilia a causa di un incendio.  

 

Di seguito puoi leggere la storia completa 

LST 429 Nave da sbarco nel Canale di Sicilia

Comunicato Stampa dal sito della Soprintendenza del Mare:

” Si sono concluse le operazioni di monitoraggio del relitto della nave da sbarco HMS LST-429 nel Canale di Sicilia a opera del team di studi composto dal centro subacqueo Blue Dolphins di Lampedusa, guidato da Alessandro Turri, e del centro subacqueo Ecosfera di Messina, guidato da Domenico Majolino.
L’attività è stata svolta nell’autunno del 2017, durante la quale è stato realizzato materiale video-fotografico utile per la concreta identificazione del relitto e per la valutazione delle condizioni dello stesso. Tutto il materiale è stato consegnato alla Soprintendenza del Mare nell’ambito di una attenta e proficua collaborazione per la preservazione e divulgazione dei beni storici-culturali presenti nelle acque che furono teatro dei violenti scontri durante la seconda guerra mondiale.
La nave da sbarco LST-429, classe mk2, nasce per la Marina Americana presso i cantieri Bethlehem-Fairfield Shipyard Inc. di Baltimora nel 1942. Fu varata l’11 gennaio 1943 e non entrò mai in servizio per gli Stati Uniti in quanto subito trasferita alla Royal Navy Britannica.
Il 3 Luglio 1943 affondò nelle acque internazionali del Canale di Sicilia.
Il relitto giace su un fondale di circa 38 m, avvolto da reti da pesca, e spezzato in due tronconi.
Il troncone di poppa si trova in assetto di navigazione; le due eliche e i due timoni, caratteristici dei mezzi da sbarco, si sono mantenute integre così come la torretta. Alle spalle del ponte di comando sono ben visibili le due difese, ricoperte da fitte concrezioni biologiche.
Il troncone prodiero giace parallelo a quello di poppa, capovolto, con la prua rivolta verso le eliche. All’interno sono identificabili i mezzi gommati parte del carico.
 
Alla spedizione hanno partecipato: Alessandro Turri, Domenico Majolino, Monica Tentori, Mauro Bombaci, Antonio De Carlo, Marco Ruello, Francesco Donato, MariaGiovanna Piro, Stefano Saleri, Giorgia Pelegalli. “

Rinvenuto nuovo relitto nel porto

RINVENUTO IL RELITTO DI UN PIROSCAFO NEL PORTO DI MESSINA


Dalla pagina facebook della Soprintendenza del mare…

Nel mese di Marzo del 2013 si è svolta una campagna esplorativa subacquea organizzata da Ecosfera Diving e finalizzata – con la collaborazione e l’assistenza dei reparti subacquei della Marina Militare e della Guardia Costiera – alla documentazione del relitto dell Nave “Groppo”, adagiato sul fondale del porto di Messina su una batimetrica compresa tra i 40 e i 60 metri di profondità.

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Nel corso di questa campagna, il team composto dal Tenente di Vascello Giuseppe Simeone (Comandante del Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera di Messina), Domenico Crisopulli (operatore subacqueo della Marina Militare) e  Domenico Majolino (titolare del Diving Center Ecosfera di Messina), ha effettuato una prospezione allontanandosi dal relitto della Nave “Groppo” seguendo alcuni resti apparentemente appartenenti allo stesso, fino a giungere in prossimità del relitto della Nave Produgal (ex Ruskin). A circa 50 metri di distanza dalla murata di dritta del Produgal è stato notato un relitto quasi del tutto insabbiato, a una profondità compresa tra i 55 e i 62 metri, del quale sono visibili i resti della prora e della murata di dritta dove è possibile notare parte del fasciame in legno rivestito di altro materiale; a poppa è presente un ammasso di tubi, compatibili con quelli utilizzati per alimentare una caldaia, che sembra aver subito un’esplosione. Il relitto è stato documentato e rilevato, benché le reali dimensioni siano solamente intuibili in quanto gli elementi costitutivi sono solo in minima parte visibili visto che la maggior parte del relitto si trova coperto dal sedimento. Alle prime immersioni sono seguite ricerche d’archivio, nonchè altre indagini con operatori e veicoli subacquei, al fine di cogliere elementi distintivi che potessero consentire una identificazione certa. Nei giorni 23 e 24 agosto 2017, sono state inoltre condotte ulteriori immersioni con il ROV (Remotely Operated Vehicle) in dotazione al Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera di Messina al fine di documentare altri utili elementi.

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In base ai dati in possesso, il relitto potrebbe essere assimilabile a quello di un piroscafo inglese del XIX sec., probabilmente utilizzato per il traghettamento tra Sicilia e Calabria.
 
L’ipotesi identificativa già esistente, alla quale si è pervenuti sulla base delle notizie storiche acquisite, sarà defnita a breve, appena conclusi gli studi condotti dalla Soprintendenza del Mare e dalla Guardia Costiera con il Diving Center Ecosfera di Messina.

Dichiarazione del Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa:

“Il fantastico fondale interno alla “falce” di Messina area oggi interamente portuale, continua incredibilmente a riservare sorprese grazie alla caparbietà dei ricercatori subacquei della Marina Militare, della Guardia Costiera e del Diving Center Ecosfera di Messina con il coordinamento tecnico-scientifico della Soprintendenza del Mare. Già alcuni anni fa questo fondale aveva restituito alla memoria il Produgal, la nave russa legata alla tragica storia del terremoto di Messina poichè furono i suoi marinai a prestare i primi soccorsi alla sofferente popolazione della città distrutta dal sisma. Oggi, nel corso di una campagna di documentazione del relitto della Nave “Groppo” torpediniera italiana affondata il 25 maggio del 1943, adagiato sul fondale del porto a una profondità compresa tra i 40 e i 60 metri, compaiono le sembianze di un altro relitto. A circa 50 metri di distanza dalla murata di dritta del Produgal tra i 55 e i 62 metri si scorgono i resti della prora e della murata di dritta in legno rivestito. Sulla base delle prime osservazioni e analisi si tratterebbe del relitto di un piroscafo in legno ottocentesco che speriamo al più presto d’identificare”. 

A BREVE AGGIORNAMENTI…